“Barabas Clown” è il gruppo di Clownterapia della Pubblica Assistenza Tifernate Croce bianca.
L’obiettivo è quello di donare un sorriso a chi ne ha più bisogno riuscendo a dare importanza sia all’aspetto ludico che a quello terapeutico, strutturando dei percorsi specifici e differenti a seconda della situazione.
Cos’è la Clownterapia?
In Italia, a partire dagli anni ‘90, abbiamo assistito ad un fenomeno interessante: la nascita di una nuova disciplina: la gelotologia ( nota anche come comico-terapia). Il termine deriva dal greco ghelos, che significa “risata”. Essa è la disciplina che studia ed applica le potenzialità del ridere e delle emozioni positive in funzione di terapia, prevenzione, riabilitazione e formazione.La “clownterapia”, “comicoterapia” o terapia del sorriso, richiama, infatti, una terapia che cura attraverso la risata. Il termine “clownterapia” fa riferimento ad una serie di tecniche che provengono dal circo e dal teatro di strada e vengono utilizzate in contesti di disagio (sociale o fisico) come ospedali, case di riposo, orfanotrofi, case famiglia, centri diurni che si avvalgono alla figura del clown-dottore o clown di corsia, una figura caratteristica, a metà strada tra l’ambito sanitario e quello artistico.
Questo “metodo alternativo” di curare le persone che si trovano in situazioni di disagio, è stato ideato dal medico statunitense Patch Adams. La vita di Adams, fin dall’ adolescenza, fu contrassegnata da eventi che hanno modificato in maniera indelebile la sua vita. Eppure, sono proprio queste esperienze che hanno permesso ad Adams di cambiare la visione della vita e di giungere alla realizzazione del suo sogno.
Lottando con un precario equilibrio psichico provocato dalla morte del padre e dello zio, Adams tentò il suicidio. Ma è proprio in quel momento che si rende conto di aver bisogno di aiuto. Così, si rivolse alla madre chiedendole di ricoverarlo in un ospedale psichiatrico.
Questa esperienza portò una vera svolta alla sua vita: si rese conto dell’importanza dell’amore di chi gli stava vicino e della positiva influenza che ciò aveva su di lui.
Nell’ospedale di Fairfax, il giovane Adams prese due importanti decisioni: la prima fu quella di iscriversi alla facoltà di Medicina, e l’altra fu quella di non passare mai più giorni tristi ma di vivere una vita piena di gioia.
Patch Adams, durante gli anni in cui frequentò medicina, fu sempre rispettoso degli insegnamenti offerti, ma si rese conto che il rapporto tra medico e paziente era inesistente.
Allora elaborò quello che sarà il suo progetto per una struttura medica ideale: lavorare con le persone, malate e non, tenendo in considerazione tutti gli aspetti umani della vita. Nacque così il GesundheitInstitute, una comunità medico-olistica completamente gratuita, dove le visite ai pazienti, non sarebbero durate sei o sette minuti, ma tre o quattro ore. Patch, pensò che fosse utile andare a casa dei pazienti, per sviluppare una relazione, per diventare amici e sviluppare in questa amicizia l’arte medica. Rimanere con loro a cena, stabilire un rapporto reciproco di fiducia, faceva bene non solo al paziente ma anche allo stesso Adams. Il suo ospedale, doveva essere simile ad una casa: infatti sia il personale sanitario che i pazienti vivevano tutti insieme. Per cui il contesto in cui si praticava la medicina era la gioia, la compassione, l’amore, il riso, la collaborazione e la creatività; nessuna gerarchia ma tutti veri amici. Questo durò fino al 1983, da quel giorno l’ospedale fu costretto a chiudere per raccogliere fondi e Patch non si arrese, ancora oggi, cerca continuamente di fare pubblicità al suo progetto, e porta avanti la sua idea del prendersi cura di tutto il mondo.
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Posti limitati, per informazioni:
Elena: 3385796711
Chiara: 3351612337